"Di Gheradod e Gadod"

Titolo: "Di Gheradod e Gadod", Storia di due fratelli e delle loro scoperte.
Autore: Gheradod e Gadod Benafrost
Datazione: da datarsi nel secondo quarto della Terza Era.

Questo piccolo volume, custodito in due copie, uno nella sezione di "Erbologia" ed uno tra i volumi di "Scienza Magica", racchiude in sè tutte le congetture e le scoperte realizzate dai due fratelli sulle loro principali scoperte.
Nella prima parte del volume si affrontano le scoperte di Gheradod, il minore dei due fratelli, un'esperto erborista che racchiuse in questo tomo la sua principale scoperta nelle terre del Sud: Il Seme di Gheradod. Questa pianta, particolarmente curata nelle terre dell'Harad e del Rhun, si è scoperto secernere un gas velenoso ed estremamente potente, capace di indurre in chi lo inspiri un profondo stato di malattia, caratterizzato da piaghe e macchie inizialmente su tutto il corpo, per poi devastare la vittima di piaghe purulente e forti febbri, fino a condurlo alla sorte più estrema. Ma le particolarità di questa pianta non si fermano a queste. Infatti questa infida creatura, non può essere toccata da mano nuda, che priva protamente della sua linfa sanguinia, nè essa può essere intaccata da fiamma, a cui sembra essere immune, e non deve essere posta assolutamente vicina ad alcuna pianta, a meno di non tramutarla a sua volta in una sua protuberanza. Nelle terre del sud, riporta Gheradod, essa viene raccolta con guanti di spessa pelle appena rimossa da animali viventi, ma non prima di averla bagnata con il proprio sangue. Infatti, si è scoperto, che ogni singola pianta, se bagnata con il proprio sangue, secerne nell'aria le stesse polveri, che non intaccano più il suo possessore.

Infine, prima di dedicarsi alla soluzione alternativa scoperta dal fratello Gadod, Gheradod, affronta la tematica della riproduzione di questa pianta, che all'interno del suo bulbo, genera nuovi semi, di notevoli dimensioni, capaci di riprodursi a loro volta, quando il seme fosse riposto in terra e bagnato con del sangue.

Nella seconda ed ultima parte del tomo si spiega come sia possibile però, in altro modo, trattare la pianta. Gadod, fabbro dell'Eriador, ricevuta una radice della pianta, riuscì a fonderne alcune parti con del metallo, rendendo così possibile, il trattamento della stessa. Particolare curiosità di questa lega, tra le poche, come il rame ed il bronzo, capace di incidere la pianta od il seme, è che sembra essere assecondata dalla pianta stessa nelle incisioni, come se la pianta fosse in grado di tagliare sè stessa, solo toccandosi.

Dunque, il fratello maggiore, termina il suo trattato sulla "Lega di Gadod" spiegando che l'unico modo efficace per riconoscere la sua lega, da altre, si presenta quando essa viene toccata. Infatti come per la pianta di cui è composta, essa assorbe prontamente la linfa sanguinia di chi ne viene a contatto.

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